Sieti  Borgo Antico

SIETI, UNA PERLA NASCOSTA TRA I MONTI PICENTINI 

 

La Valle e il fiume che l'attraversa, presero il nome dai Picentini, discendenti dai Piceni, popolo delle Marche, vinto dai Romani e deportato nella zona compresa tra il Sarno il il Sele, su un territorio esteso per circa 40.000 passi. Capitale dell'Agro fu Picentia, una città più volte distrutta dai Romani poichè, ad ogni occasione si ribellava. L'ultima distruzione, a ferro e fuoco, avvenne durante la Seconda Guerra Punica, allorché si alleò non più con altri popoli italici, ma addirittura con Annibale; quest'ultimo fu, infine, costretto a ritornare con il proprio esercito in Africa per fronteggiare Scipione ed i Picentini, rimasti soli, furono annientati dal console Lucio Cornelio Silla.

Distrutta Picentia, gli abitanti sfuggiti al massacro si sparsero nelle zone limitrofe alla piana, dando così vita a piccoli "pagos et vicos ". La fondazione di Sieti e degli altri paesi più alti della Valle risale ad epoca successiva, cioè al periodo delle invasioni barbariche, allorquando furono costretti ad addentrarsi nelle zone più remote per sfuggire ai saccheggi. Il nome SEGETI starebbe proprio a significare un luogo segreto, riparato, anche se una leggenda narra diversamente. La prima notizia scritta su questo casale è contenuta nel Codex Diplomaticus Cavensis e risale al 1058, anno XVII di Gisulfo e riguardava alcune proprietà terriere che la Chiesa di Santa Sofia di Salerno aveva in Sieti. L’atto fu rogato in Sieti dal notaio Romualdo ed erano presenti il giudice Pietro ed il notaio Pietro, entrambi di Giffoni; è interessante notare che il giudice Pietro dichiara, alla fine dell'atto, che anch'egli possiede dei beni fondiari in Sieti di Giffoni.

Nel 1173 si ha invece notizia dell'esistenza di una Chiesa di S. Maria di Caposieti, con il presbitero Urso (quasi sicuramente l’attuale santuario di Maria SS. del Paradiso).

La prima notizia riguardante la Chiesa del SS. Salvatore risale al 1335; il rettore di questa chiesa, Troiano, nomina suo procuratore generale il fratello, nella amministrazione dei beni parrocchiali.

Nel 1345, don Francesco Minutolo, abate della Chiesa del SS. Salvatore affittò i beni della parrocchia ad Antonio Lombardo e Tommaso De Sala. Nel 1380 il papa Urbano VI conferisce il beneficio di detta chiesa al chierico salernitano Bartolomeo Scattaretica che succede al vescovo di Capaccio in tale dignità.

Tra il 1422 e il 1430, giunse da Monte Senario, nei dintorni di Firenze, quasi sicuramente al seguito di una carovana di mercanti di lana, un frate appartenente all'Ordine dei Servi di Maria, a nome Michele o Michelangelo Pucci, che predicò il quaresimale e vi fondò un convento, il più antico dell'Italia Meridionale.

 Nel 1480, un carbonaio di origine francese di nome Golio, perseguitato per motivi sconosciuti, proveniente da Forté paese della Borgogna, trovò rifugio tra la popolazione locale assumendo una nuova identità con il cognome Fortunato, il più diffuso. Egli acquistò un bosco nel luogo detto “portico”; nel tagliare un folto cespuglio di rovi rinvenne su di una parete di roccia un “immagine che ispirava devozione”. Mentre la gente accorreva numerosa sul luogo della scoperta, per prodigio, dagli occhi della Madonna cominciarono a scaturire lacrime di sangue, che furono asciugate con un fazzoletto di lino, dal notaio di Sieti, Martino Giannattasio; detto fazzoletto, fu riposto in un reliquiario d'argento, finemente cesellato, unitamente alle reliquie dei santi Pietro, Paolo, Giorgio e Bartolomeo, l'8 dicembre del 1494, allorché il vescovo di Acerno, Antonio Bonito di Cuccaro, consacrò il Santuario. L’eco del miracolo si diffuse in tutta Italia, e negli anni successivi in molti luoghi sorsero chiese e conventi dedicati a Maria SS. del Paradiso. Il reliquiario è stato conservato fino al 19 maggio 1975, allorché fu rubato da mano sacrilega e non è stato mai più ritrovato.

Già dal XV secolo esisteva in Capo Sieti una confraternita di "Disciplinanti" detti anche "fustigantes o battenti", sotto il titolo di S. Angelo eretto nella chiesa di SS. Salvatore; siccome  a questa confraternita potevano appartenere solo i nobili, numerose erano le famiglie di altro rango, tra le quali vanno segnalati i De Pastina, i De Robertis, i Laurerio, i Graniti, i Pennasilico, i Nobile, i Fortunato, ecc. Nel 1519 si ha notizia di una chiesa in Sieti, dedicata a San Bartolomeo, con il cappellano don Francesco Giannattasio.

Nel 1630 si ha notizia della Confraternita dei morti eretta nella chiesa di S. M. Ursoleo e della Confraternita del Carmine; quest'ultima aveva un ricchissimo patrimonio immobiliare in località San Pietro. Il 10 giugno del 1679 fu creata la parrocchia di Santa Maria delle Grazie di Piedisieti, con il primo curato, don Biagio Terralavoro, giunto da Prepezzano, tra il crepitare di innumerevoli mortaretti.

Nel secolo XV a Sieti vi erano numerose gualchiere, creterie, molini, tintorie e molti ricchi mercanti di lana; qui si fabbricavano le ferrandine, stoffe che oggi, al confronto con quelle moderne, sembrano di scadente qualità, ma che allora erano considerate di gran pregio. A quell'epoca Sieti era il più popolato tra tutti i 36 casali della Valle Picentina, con 880 abitanti, mentre Capitignano e Capocasale ne contavano 460 e Prepezzano, Ausa e Belvedere, messi insieme ne contavano 565.

Nel 1809 venne soppresso il convento dei Servi di Maria, che tanto aveva illuminato queste contrade; basti pensare che vi studiò, tra il 1470 ed il 1474 il famoso poeta Jacopo Sannazaro, il quale si affezionò talmente a detto Ordine, da donare loro tutta la sua villa e parte della collina di Mergellina, ove, tra l'altro, aveva fatto edificare una chiesa dedicata a S.Maria del Parto, che ne custodisce ancora oggi le spoglie; accettò i doni, nella notte di Natale del 1529, il cardinale Dionisio Laurerio, nato a Sieti e suo fraterno amico. A testimonianza del ruolo predominante svolto da questa piccola borgata per quasi un millennio, basta osservare le tre chiese, le molte cappelle ed i tanti palazzi nobiliari, alcuni dei quali sono quasi intatti. Purtroppo, in passato, si sono verificati frequenti furti che ne hanno depauperato il patrimonio; allo scempio sono scampate le sole opere non commerciabili quali affreschi, stucchi, portali, ecc.

La cultura di questo piccolo lembo di terra negli ultimi 5-6 secoli, è stata, a dir poco, gigantesca; infatti, qui nacquero ben sei vescovi ed un cardinale, nonché molti personaggi illustri in ogni campo dello scibile umano. In particolare vanno ricordati:

• il cardinale Dionisio Laurerio, XXVIII Priore Generale dell'Ordine dei Servi di Maria, vescovo di Urbino, nunzio apostolico del Papa Paolo III presso Giacomo V, re di Scozia, rappresentante a Roma e penitenziere del re Enrico VIII di Inghilterra; insegnò, giovanissimo, nei conventi di Bologna e Perugia, nonché metafisica all'Università di Roma; morì nel 1542 e fu sepolto in San Marcello a Roma, ove sui pilastri della balaustra ancora oggi si può ammirare il suo stemma, un lauro verde poggiato su tre monti.

• Eusebio De Granita, dell'Ordine dei Servi di Maria, Vescovo di Capri nel 1514; mentre era Priore del convento di M.SS. del Paradiso si verificò il miracolo della lacrimazione della Madonna; nel 1490 fondò il convento di S.Maria di Carbonara; nel 1494 venne eletto Socio Visitatore dell'Ordine, delegato dal Priore Generale, Pro Provincia Neapolitana; fu sepolto sotto l'altare maggiore del Santuario di S.M. del Paradiso.

• Agostino De Pastina, Vescovo di Capri e Ischia, pure Servo di Maria; nel 1514-1515 fu reggente dello studio della SS.Annunziata di Firenze; fu chiamato a Roma, quale insigne teologo a predicare nella chiesa di San Lorenzo in Damaso, reggendo nel frattempo il Ginnasio di San Marcello; fu nominato dal Papa Paolo III esattore delle decime ecclesiastiche e tesoriere in tutto il Regno di Napoli. Il volto di questi tre eminenti personaggi è ancora oggi effigiato nella parte superiore delle colonne del chiostro della SS.Annunziata di Firenze.

• Mons. Gerardo Giannattasio, studioso di storia, diritto civile e canonico, nominato Vescovo di Lavello nel 1752; morì a Barile nel 1765 e fu sepolto dietro l'altare maggiore della chiesa.

• Mons. Gennaro Fortunato, canonico della Cattedrale di Napoli, ordinato Vescovo di Cassano Ionio nel 1729, dal Papa Benedetto XIV; morì a Castrovillari nel 1751 e fu sepolto nella cattedrale della città.

• Mons. Andrea De Robertis, conte, nominato Arcivescovo di Ragusi in Dalmazia, nel 1708 e di Policastro nel 1716; morì nel 1747 e fu sepolto nella cattedrale di Lauria.

• Mons. Matteo De Robertis, fratello di Andrea, fu Vicario del Patriarca di Costantinopoli, don Mundillo Orsini. Fu nominato prima Vescovo di Capua, poi di Callinico.

Altro personaggio di rilievo fu il sacerdote don Celestino De Robertis, nato nel 1719; conseguì, giovanissimo, la laurea in diritto civile ed ecclesiastico. Abbandonò la brillante carriera forense per seguire S. Alfonso de Liguori (nelle sue predicazioni fu anche a Sieti nella primavera del 1734). Diventato redentorista, fu Superiore nelle case religiose di Materdomini, S. Angelo a Cupolo e Ciorani, nonché legale di S. Alfonso e S. Gerardo.

Nel campo del diritto hanno primeggiato il giureconsulto Marcello Fortunato, autore di un'opera dal titolo "Della verità e dell'errore"; l'avv. Domenico De Roberto, famoso professore di Diritto romano nella Regia Università di Napoli, Pro-Sindaco e Presidente della Congrega di Carità di quella città, nato nel 1849 e morto nel 1911; il suo busto è visibile a Castelcapuano di Napoli.

Giustino Fortunato, famoso economista, prima deputato e poi senatore, nacque a Rionero in Vulture, da famiglia di origini sietesi. Come riconoscenza verso il paese dei suoi antenati che tanto amava, donò una copia della "Trasfigurazione" di Raffaello, eseguita in Roma, nel 1883 dal pittore Francesco Pennasilico, ora sull'altare maggiore della Chiesa dedicata al SS. Salvatore.

Eventi, culturali e folcloristici:

-         Convegno sul Meridionalismo e Giustino Fortunato (giugno)

-         “Rivive il Borgo Antico”, rassegna di antichi mestieri ed usanze (agosto) 

-         Festival del Teatro Universitario Europeo (luglio)

-         Premio Nazionale “ Nocciola d’oro”  (settembre)

-         Rassegna del dolce tipico picentino (dicembre)

Feste patronali:

-   S. Martino (11 novembre) a  Capitignano

-       S. Nicola  (6 dicembre) e S. Antonio (13 giugno) a Prepezzano

-       S.M. delle Grazie (2 luglio) a Malche e Sieti Basso

-       SS. Salvatore (6 agosto) a Sieti Alto

-       Di particolare devozione è la processione del Lunedì in Albis in onore di S.M. del Paradiso a Sieti.

Il paesaggio sia montano che collinare è veramente incantevole e suggestivo; di particolare importanza geologica sono le rocce del monte Lieggio, tra i più importanti d’Italia..

Poco fuori dall’abitato si trova la sorgente “Acqua Ivola”, tanto cara a Jacopo Sannazzaro e le sorgenti “Capo d’Acqua”; con attrezzata area pic-nic; vi sono poi le sorgenti d’alta quota delle “Tagliole” e quella della “Bugia” a circa 1200 mt.

-Artigianato: sopravvive l’arte di fare i cesti, sia con strisce di canna che con giovani virgulti di nocciolo, castagno ecc.; un famoso maniscalco applica sia a freddo che a caldo, i ferri a cavalli, asini e muli. Si intaglia il legno ricavandone cucchiai, mestoli ed altri oggetti. Vi sono fabbriche di argilla sia a carattere industriale per la produzione di mattoni, pavimenti grezzi e decorati, caminetti e forni; fabbriche di argilla a conduzione familiare ove si producono ancora mattonelle fatte a mano ed essiccate al sole oppure vasi, orci, brocche ed altri oggetti; vi è un laboratorio per la lavorazione artistica del marmo, con realizzazione di mosaici ed intarsi; non è raro incontrare qualche vecchietta che pratica ancora, all’aperto e gratuitamente, gli antichi rituali contro il malocchio ed alcune malattie.

-Prodotti tipici: le nocciole tonde “Giffoni I.G.P:”., olio extravergine di oliva “colline salernitane” D.O.P., noci, castagne, miele, mele annurche, pere, pesche, albicocche, agrumi ed ortaggi vari.

-Gastronomia: fusilli, gnocchi, tagliatelle e tagliolini fatti in casa; pizze e pane a biscotti cotti nei forni a legna, la minestra di verza “maritata” (cioè con l’osso del prosciutto o costatelle di maiale), la “ciambotta” (con teneri ortaggi estivi e fiori di zucca), caciocavalli, ricotte ed altri formaggi, trippa e lumache.

-Dolciumi: castagnaccio, croccante di nocciole e noci a pezzetti, torte e crostate sia con noci che con nocciole, le crespelle, le “pesche” di pastafrolla (ripiene di crema, bagnate nell’alchermes ed inzuccherate), i “cavuzuncielli” dolci natalizi ripieni di pasta di nocciole, di castagne, cioccolata e marmellata di pere di montagna; a Pasqua si prepara la pastiera, sia di grano che di riso.

-Impianti sportivi e per il tempo libero:

1) campo di calcio con illuminazione notturna e perfetta moderna pista di pattinaggio a Prepezzano;

2) campi da tennis coperti e scoperti, con istruttori, al “Club Le Malche”;

3) campi di calcetto illuminati a Malche, a Capitignano ed a Sieti;

4) parco pineta attrezzato, nell’amenità della pineta S. Anna a Capitignano.

5) In ogni frazione vi sono aree pic-nic, ludoteca e parco giochi per bambini.

Giffoni Sei Casali ha avviato da poco il progetto turistico “Sieti paese albergo”, destinato sia ad un target medio-alto (nella rete “Villages d’Europe” insieme ad altri 19 Comuni in Italia) e sia al turista medio (accoglienza in casolari privati con il sistema “Bed and Breakfast” di qualità).                 

Come raggiungerlo:

Autostrada Napoli - Salerno e Salerno – Reggio Calabria con uscita a Pontecagnano e proseguimento lungo la S. P. n°25 per km 9. Bus pubblici della SITA SOGIN collegano con Salerno e Napoli.

-         Carabinieri 089-883209

-         Polizia Municipale 089-883900  - 0347/6080414

-         Municipio 089-883210 – 089/ 883568  fax  089/883515

-         Ospedale e Pronto Soccorso: S. Leonardo a km 10 tel. 089-671111

-         SAUT (emergenze sanitarie) 089- 865098 (24 h)

-    Ambulanze: 118 e 089-866088 (Giffoni Valle Piana)  089-861278 (S. Cipriano Picentino)    

-   uffici turistici: Pro Loco a Prepezzano ed  a Malche; Associazione Amanti della Natura e della Storia a Sieti.                                                                                                                        

Alberghi: ex convento Servi di Maria a Sieti, in fase di ristrutturazione ed operativo dal 2002.

Associazione dei Bed and Breakfast “Dolci Casali” (circa 70 posti letto in dimore storiche e rurali), presidente: prof.ssa Regina D’ASCOLI, Tel. 089/880129.

Ristoranti: “Il brigante” nel borgo medioevale di Sieti, in antica dimora del XVI secolo – Tel 089/881854; “La Pineta” 089/883262 a Capitignano; “Graffiti” a Prepezzano, tel. 089/883138; “Il lumacone” con allevamento proprio di lumache a Capitignano, tel. 089/883131- 089/883794 (per comitive numerose è opportuna la prenotazione).           .

Per visite guidate ed ogni altra informazione rivolgersi all’Info Point turistico di piazza Albori a Sieti oppure telefonare al numero: 089/883568 (sig.na Maria Grazia, ufficio segreteria del Sindaco).

 

Testi e ricerche a cura del ten. Salvatore CINGOLO, comandante della Polizia Municipale

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