Sieti Borgo Antico

Campania, giorno di sangue
la malavita in azione

SALERNO - Una giornata di sangue, con la brutale uccisione di un gioielliere in provincia di Salerno 
La sequenza comincia a Giffoni Sei Casali, un piccolo comune nella Valle dell'Irno. Qui Giuseppe Cingolo, 44enne ex carabiniere, molto noto in paese dove era stato anche assessore alla pubblica istruzione, viene aggredito nella sua gioielleria, nella piazza principale del piccolo centro. Forse i malviventi lo hanno atteso all'apertura del negozio: lo spingono dentro e puntano alla cassaforte. Ma Cingolo probabilmente reagisce e si oppone ai banditi che non esitano a colpirlo con violenza alla testa con un oggetto. Il commerciante si accascia privo di sensi e i rapinatori lo trascinano nel retrobottega, lo chiudono nel bagno. Poi si impadroniscono dei gioielli che riescono ad arraffare e fuggono via, chiudendosi alle spalle la porta blindata d'ingresso.

Nulla esclude che Cingolo potesse essere soccorso, che potesse essere salvato. Di sicuro è passato tempo prezioso fino a quando il comandante del vigili urbani, cugino del gioielliere, si è accorto di un rivolo di sangue che fuoriusciva dalla porta del negozio e ha dato l'allarme. La porta è stata sfondata, ma per il commerciante non c'era più nulla da fare.

(2 settembre 2000)


 I Conti Viscido di Nocera

di Salvatore Cingolo

  Nel novembre del 2000 si tenne un convegno promosso dal Comune di Giffoni Sei Casali sulla torre costruita intorno al 1050 a Prepezzano. Gli atti sono stati ora pubblicati dall’Amministrazione Comunale e le conclusioni raggiunte in quella sede da illustri relatori-prof Renato Sparacio, Ordinario di Scienza delle Costruzioni nell’Università di Napoli; dott. Mario Putaturo Viscido di Nocera, Consigliere della Corte Suprema di Cassazione; dott.ssa Adriana Carnevale, Vice Soprintendente Archivistico per la Campania, oltre al sottoscritto - sono state condivise dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per il Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico di Salerno e Avellino che, conprovvedimento del 22 gennaio 2003 n. 108, ha vincolato la torre medievale dei Conti Viscido di Nocera, ai sensi decredi legislativo 29 ottobre1999 n. 490, con una relazione tecnico-scientifica che ha condiviso le linee della ricerca genealogica del casato.

Il Sindaco dott Rosario D’Acunto, ha quindi conferito nel corso di una cerimonia svoltasi nella sede comunale il 5 ottobre 2003, in presenza di politici, studiosi e dal sindaco di Calabritto, la cittadinanza onoraria del Comune di Giffoni Sei Casali a Mario Putaturo Donati, discendente per parte materna dai Conti longobardi Viscido di Nocera, per i meriti acquisiti verso la collettività nel propagandare sul piano storico-culturale la torre mastio di Prepezzano, nel sollecitare l’attenzione dell’Autorità preposta all’apposizione dei vincolo monumentale e nel promuoverne la diffusione anche con puntuali scritti.

Mario Putaturo è. infatti autore di un volume pubblicato nei marzo del 2002 dall'editore Rubbettino di Soveria Mannelli, intitolato I Conti Viscido di Nocera. Una famiglia Longobarda consanguinea dei Principi di Salerno della prima dinastia. Il testo, che reca sul frontespizio la riproduzione della torre mastio di Prepezzano. e corredato dagli stemmi delle famiglie nobili calabrittane, da numerose fotografie tra cui quella del castello di Quaglietta. appartenuto alla famiglia, e da dipinti di antenati; in appendice, presenta tavole genealogiche e

trascrizioni di sei pergamene inedite e di doumenti dell’ archivio gentilizio riguardanti i Viscido.

Su tale opera si e svolta il 24 ottobre 2003, presso l’Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa, a Napoli, una tavola rotonda con la presidenza del prof. Errico Cuozzo. ordinario di Storia medievale presso Atenei Napoletani e Romani, e con l’intervento di S. E Dott. Vincenzo Galgano, Procuratore Generale della Corte di Appello dì Napoli e storico, nonché di quelli della dott.ssa Adriana Carnevale e del prof. Renato Sparacio, studiosi già presenti al convegno di Prepezzano. Mentre per sopravvenuti impegni non ha potuto introdurre i lavori il prof. Francesco De Sanctis, Magnifico Rettore dell’Istituto Universitario, sono stati di grandissimo interesse gli interventi del prof. Sparacio sullo Torre di Prepezzano, della dott.ssa Carnevale sulla composizione dell’archivio gentilizio, del Procuratore Generale sulla vicenda genealogica-storica sociologica dei Conti Viscido di Nocera, trasformatasi con il passare dei secoli, da comandanti militari e feudatari in giuristi ed accorti amministratori. Il prof. Errico Cuozzo ha sottolineato la validità della ricerca svolta dall’autore, relativa al lignaggio comitale de Viscido del genere Alfano, della discendenza dai Principi-Sovrani d Salerno della prima dinastia, poiché basata su puntuali fonti storiche e su dati tratti da pergamene,alcune delle quali divulgate soltanto con la pubbicazione.

 Il prof. Cuozzo ha anche richiamato lo studio in due volumi del 1992, a cura dell’Ecole Francais de Rome, intitolato  “La Pruìcipauté Lombarde de Salerne” di Huguette Taviani-Carozzi precisando che la studiosa, ordinaria di storia medievale in Francia, ha svolto sui lignaggi comitali longobardi salernitani - tra cui quellio degli Alfano, dello stesso genere dei Viscido - e sulla consanguìneità di tali casatì con i Principi di Salerno una ricerca approfondita ed esaustiva le cui conclusioni coincidono con quelle cui è pervenuto Mario Putaturo Donati Viscido con percorso del tutto autonomo.

L’autore del libro ha ricordato la distruzione, in occasione del sisma del 1980, di centri abitati e di persone nell’alta valle del Sele - da sempre propaggine salernitana, prima di essere parzialmente accorpata alla provincia di Avellino alla fine del secolo XIX - e l’intento di tramandare alle future generazioni le importanti memorie raccolte. Ha precisato che della classe nobiliare di Calabritto facevano parte tre famiglie di etnia longobarda, quali i de Urso di San Cipriano Picentino, i discendenti dei Conti Papa di Campagna ed i Conti Viscido, ed una normanna come i del Plato, Baroni di Quaglietta, oltre ai de Feo ed ai Vitamore.

Alla presentazione ha assistito un folto pubblico che ha riempito interamente la Sala degli Angeli. Tra i presenti sono stati notati il prof. Franco Casavola, Presidente della Corte Costituzionale e consorte, il dott. Francesco Amirante, giudice della Corte Costituzionale e consorte, il dott. Vincenzo Baldassarre, Presidente di Sezione della Corte di Cassazione, numerosi altri esponenti della Suprema Corte, il dott. Stefano Trapani ed il dott. Roberto D’Aiello, Presidente del Tribunale dei Minori e Procuratore aggiunto, il dott. Luigi Giampaolino, Presidente di sezione della Corte dei Conti e Capo Gabinetto del Ministero dell’industria, rappresentanze del mondo accademico e forense tra cui il Presidente dell’Ordine. avv. Franco Landolfo. Erano anche presenti esponenti della nobiltà napoletana tra cui il principe Francesco d’Avalos. il conte Fabio Sifola di San Martino, Francesco Bonanni barone d’Ocre, l’avv. marchese Lucio de Luca di Melpignano, il nobile Raimondo Lignola, l'avv Carmine Antonio del Plato barone di Quaglietta, Lucio Mazziotti barone del Celso, il dott. Umberto Tacconi marchese di Stizzano, la marchesa Immacolata de Luca Tupputi Schinosa, l'arh. Nicola Giovene dei duchi di Girasole.

Hanno espresso voti augurali il nobile Giuseppe Barracco, l’avv. Guido Imperiali marchese di Francavilla, il conte prof. Gino Collenea Isernia ed il dott. Rosario D’Acunto, Sindaco di Giffoni Sei Casali.

(pubblicato sul bimestrale di cultura, società, appuntamenti “l’Agenda” di Salerno e provincia, gen-feb 2004)

 
Lunedì 21 Agosto 2006  16:31

TUTTI A CASA!

La vacanza intesa come scambio per arricchire lo spirito e ritemprare il fisico: quella più originale la si fa alla riscoperta dei Borghi autentici d'Italia e d'Europa

Mancano ancora una ventina di giorni alla storica data del fatidico “Tutti a casa!” dell’8 settembre, ma stando a quanto riferiscono ossessivamente i TG a tutte le ore molti italiani sono già tornati a casa.

Molti però, come sempre puntualmente ci informa la TV niente affatto preoccupata di ripetere la stessa identica notizia dell’anno scorso, non sono neppure partiti.

Alcuni per necessità e mancanza di fondi, altri meritoriamente per garantire le nostre vacanze.

Chi sono costoro? Baristi, albergatori, pizzaioli, bagnini, guide e operatori turistici, animatori, gelatai, barcaioli, conferenzieri, addetti alla sicurezza, cantanti musicisti e batteristi, oltre a nani e ballerine che, specie nel nostro paese, non devono mancano mai per animare lo spettacolo? Certamente.

Ma penso soprattutto a chi si è dato da fare per far sì che gli ospiti abbiano potuto trascorrere una vacanza, o meglio un soggiorno, la “villeggiatura” di cinquant’anni fa, di qualità.

Oh bella, e in che consisterebbe poi questa?

Nel condividere, per esempio, la vita autentica di un piccolo centro dei Monti Picentini (in Provincia di Salerno, ahi la geografia!) che un po’ per celia e un po’ per non morire si è trasformato in Paese-Albergo offrendo il meglio di sé che rischiava di scomparire sotto il cumulo di vacanze standardizzate e globalizzate, tutto compreso, anche il fatto di mettere per qualche giorno il cervello in naftalina, così non ci si pensa più.

Io sono stato a Sieti, borgo medievale di Giffoni Sei Casali (Salerno) che oltre a essere la città della “tonda di Giffoni” (sto parlando di nocciole!) vanta un olio DOP (denominazione d’origine protetta) spremuto a freddo da olive coltivate fino alla rispettabile altezza di seicento metri sul livello del mare e perciò con un tenore di acidità bassissima.

Ma Sieti non è solo questo: aria finissima, notti e giorni all’insegna del silenzio più ricostituente, assenza assoluta di zanzare (anche queste seguono i flussi turistici dozzinali!), passeggiate senza sforzo ma anche in mountain bike o a cavallo, amabilità e buona tavola con le specialità a base di funghi porcini, nocciole, castagne e lumache per citare alcune leccornie che non temono paragoni.

Fosse tutto qui, dirà qualcuno, di paesi così c’è pieno in Italia, basta andare fuori porta…

Infatti, è proprio questo il paradosso: che non riusciamo a valorizzare il patrimonio inestimabile che abbiamo, una vera risorsa quando ci assale la voglia di lasciare da parte le occupazioni abituali per tirare il fiato!

C’è riuscito invece il sindaco di Giffoni Sei Casali, Rosario D’Acunto, a capo di un’amministrazione che da una decina d’anni ormai ha scommesso sulla valorizzazione d’un paese che rischiava di divenire un fantasma e oggi vede lentamente rifiorire quelle attività economiche che sole possono frenare l’esodo verso le “sirene” cittadine del lavoro sotto padrone o simili (caos, degrado, depressione e spaesamento compresi).

Non è tutto. Il borgo di Sieti, uno degli antichi sei casali (di due dei quali pare si siano però perse le tracce) conta palazzi signorili, vanta una storia affascinante fatta di cardinali, vescovi, studiosi, memorabili briganti, servi di Maria, immagini miracolose: tutto evoca un senso di mistero e induce al silenzio e alla meditazione.

Ciò non vuol dire che gli abitanti che popolano queste terre siano “musoni”, tutt'altro! Amano conversare con i forestieri (e in questo il sindaco è maestro) e sono pronti a esercitare l’ospitalità più antica e autentica, quella della condivisione.

E fanno festa, ora in un casale ora in un altro: per le olive, per le nocciole, per le antiche civiltà rurali, per far rivivere il borgo antico, con un occhio di riguardo all’arte contemporanea e alla storiche vicende del luogo di cui è testimonianza vivente l’illuminato capo dei vigili, il tenente Salvatore Cingolo, un vero topo d’archivi e biblioteche di mezza Italia!

Il sindaco sostiene che a Giffoni non si viene per vendere o comprare qualcosa ma per condividere un territorio su cui poggia e si rafforza l’identità di un popolo.

E il popolo di Giffoni Sei Casali l’ha capito, tant’è che ogni occasione è buona per offrire e condividere con il forestiero quanto di meglio hanno e sanno fare: gli asinelli per portare in groppa i bimbi che un asino l'hanno visto sì e no in televisione, la lana cardata a mano, il croccante, la crespella, il calzoncello, dolci tipici preparati esclusivamente dalle famiglie del posto. E il vino? Ah, già: quello è a volontà, e pure gratis!

O preferite l’all inclusive o la mezza pensione, che “era meglio se restavamo a casa”?

Peppino Zappulla